Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale i Giuliani, Istriani e Dalmati, essendo sudditi austriaci, furono chiamati alle armi nell’imperial-regio esercito austroungarico e perlopiù vennero mandati a combattere sul fronte russo, in quanto si ritenne prudente non mandarli a combattere contro i loro confratelli italiani. Molti però, precisamente 2107 (di cui 1047 Triestini), furono coloro che, spinti dalla loro passione irredentistica, ripararono (spesso rocambolescamente) in Italia e si arruolarono nell’esercito italiano. Dei 1047 Triestini 94 caddero in combattimento o in seguito a ferite.

Nelle Truppe Alpine vennero arruolati 134 Triestini che ebbero 18 Caduti; a due di essi venne assegnata la Medaglia d’Oro alla Memoria: il capitano Guido Corsi, professore di lettere triestino, comandante della 64a Compagnia del Battaglione Feltre, che immolò la sua vita durante un contrattacco a Cima Valderoa il 13 dicembre 1917; ed il sottotenente Fabio Filzi, di Pisino d’Istria. Filzi fu catturato dagli Austriaci durante la battaglia di Monte Corno il 10 luglio 1916 assieme al suo comandante Cesare Battisti. Riconosciuti e condannati con un processo sommario entrambi vennero impiccati a Trento due giorni dopo la loro cattura.

Il giornalista triestino Mario Granbassi aveva fatto il servizio militare nel 1936 come ufficiale degli Alpini, ma nel settembre dello stesso anno passò dapprima nella Milizia e poi come volontario in un reggimento di fanteria d’assalto in Spagna. Cadde durante un assalto il 3 gennaio 1939 in Catalogna.

Più numerosi furono le Medaglie d’Oro triestine della Seconda Guerra Mondiale:

Il tenente Silvano Buffa, caduto sul fronte greco il 10 marzo 1941. Dal suo diario di guerra è stato tratto un libro intitolato “Lascio il comando perché muoio”, che è disponibile presso la Sezione ANA di Trieste.

Il suo amico e compagno di corso allievi ufficiali, il tenente Mario Codermatz subì la stessa sorte in un contrattacco al Passo Mardà, in Somalia.

Nicolò Giani, di Muggia, studioso e giornalista, cadde sul fronte greco il 14 marzo 1941, quattro giorni dopo il suo concittadino Silvano Buffa.

Infine i due cugini Scipio Secondo Slataper, figlio dello scrittore e patriota triestino Scipio Slataper; e Giuliano Slataper, entrambi caddero durante la ritirata di Russia a pochi giorni di distanza l’uno dall’altro

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