Alpin de Trieste - La Storia
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- Pubblicato: 16 Marzo 2020
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Il 1976 rappresentò un anno di importanti cambiamenti per la nostra Sezione. Il nuovo Presidente Egidio Furlan lo disse chiaro e tondo nel prendere la stecca dall’uscente Presidente Vitas. Per prima cosa, quasi una condizione alla sua accettazione della presidenza, volle la creazione di una propria sede, fuori dall’asettica Casa del Combattente che ospitava tutte le altre Associazioni d’Arma. Fu un’intuizione pienamente azzeccata. La Sezione si trasformò rinascendo a nuova vita.
Contemporaneamente Furlan pubblicava il primo numero della sua nuova creazione: il notiziario “L’ALPIN DE TRIESTE” . Le finalità del notiziario vengono precisate dal Presidente Furlan fin dal primo numero: tenere aggiornati i Soci “su quanto si discute, si tratta e si decide” e su tutte le novità sia a livello sezionale che nazionale. In modo particolare ci si prefigge di tenere informati soprattutto coloro che per motivi di salute o di lavoro non riescono a frequentare assiduamente la sede.
“Non posso promettervi la sua regolarità” – dice nel suo primo editoriale Egidio Furlan, che si ripromette però di farlo uscire “ogni volta che sarà utile far conoscere qualcosa del nostro ambiente”.
Il giornale comunque, fin dai primi anni, viene pubblicato piuttosto frequentemente, seppure non ad intervalli regolari. Nel 1976 ne escono cinque numeri. “L’ALPIN DE TRIESTE” in realtà non è un notiziario e spesso vi si leggono interessanti articoli di opinione e dissertazioni su temi vari di interesse soprattutto alpino, ma anche di carattere generale a livello locale e nazionale.
Il primo numero va in stampa subito dopo l’assemblea generale in cui il prof. Furlan viene eletto Presidente in sostituzione dell’uscente Roberto Vitas. Temi trattati, oltre al su accennato editoriale: relazione dell’assemblea con l’elenco dei consiglieri, relazione della riunione del consiglio direttivo, collezionismo alpino, l’imminente adunata nazionale di Padova.
Il numero due esce dopo l’adunata di Padova, ma prima del terremoto del Friuli. L’editoriale è dedicato alla nuova sede: sono stati presi in affitto dei locali in via Cassa di Risparmio, ma c’è molto da lavorare per renderla agibile. Gli altri articoli parlano di una gita a Strassoldo, ospiti di Vitas, la relazione della riunione del consiglio direttivo, una poesia firmata “Pinna Nigra”: Interessante anche l’intervento di Guido Nobile che paventa una scissione nell’ANA: sembra che spiri vento di fronda e che i giovani vogliano stare da sé, staccandosi dai “veci”. Sullo stesso argomento c’è anche un articolo di Roberto Senes.
In giugno esce il terzo numero, con notizie sul nostro intervento nel Friuli terremotato e sulla prosecuzione dei lavori per la nuova sede in via Cassa di Risparmio.
In ottobre ed in novembre escono rispettivamente i numeri 5 e 6. Nel sesto numero va particolarmente menzionato un interessante articolo di Renato Timeus sul Trofeo Silvano Buffa.
Nel primo quadrimestre del 1977 escono i numeri 7, 8 e 9. Poi una pausa ed il numero 10 esce appena ad autunno inoltrato.
Tre numeri nel 1978 ed uno solo nel 1979.
Altri tre numeri nel 1980. Nel numero 15 “L’ALPIN DE TRIESTE” dà notizia della nascita di un gruppo sezionale di donatori di sangue su iniziativa di Tullio Ingravalle. Il compianto “Moby” mai più a quell’epoca avrebbe immaginato che il gruppetto da lui creato sarebbe poi cresciuto fino a diventare una Sezione autonoma dell’Associazione Donatori di Sangue, con proprio specifico labaro!
Per buona parte del 1981 il giornale non esce. Poi ne escono due tra ottobre e dicembre.
Nel numero 23 dell’aprile 1983 si dà notizia che nel maggio dell’anno successivo ci sarà una nuova Adunata a Trieste e si comincia ad organizzare per quell’evento.
Il primo accenno serio alla possibilità di costituire un nostro nucleo di Protezione Civile appare nel dicembre 1984 (numero 29), e nel giugno 1985 appare la notizia che a Mittenwald (Germania) viene costituito l’IFMS (Federazione Internazionale dei Soldati di Montagna). I membri fondatori sono: Austria, Francia, Germania, USA e – naturalmente – Italia.
Il numero di novembre 1985 (32) informa i lettori che il nostro nucleo di PC è cosa fatta. I volontari sono suddivisi in quattro squadre sotto la guida di Ingravalle, Merson, Viezzoli e Burresi.
In gennaio 1987 (numero 36) il giornale dà notizia della prima edizione della Fiaccola della Fraternità del 1° novembre precedente: le tappe della Fiaccola fin dall’inizio sono quelle attuali: Aquileia, Campo Sacro di Prosecco (Cimitero Austroungarico), San Giusto, Risiera e Foiba di Basovizza.
“L’ALPIN DE TRIESTE” viene preparato piuttosto artigianalmente: fotocopie di dattiloscritti, con aggiunte a mano e quasi sempre senza data. Bisogna arrivare al generale Lionello Ferluga nel 1998 perché “L’ALPIN DE TRIESTE”, ormai ufficialmente promosso a “giornale” assumesse carattere di regolarità bimestrale. Compaiono le prime fotografie, che vengono ritagliate a mano ed incollate, come pure ritagliati ed incollati sono vari articoli.
L’originale, pieno di ritagli ed incollature viene poi fotocopiato. Essendo in seguito aumentata la tiratura del giornale, si è costretti a ricorrere ad una ditta esterna ... e cominciano ad aumentare i costi! Ma sempre “L’ALPIN DE TRIESTE”, il giornale degli Alpini della nostra città, continua a seguire passo passo la storia e gli eventi della Sezione, ed i problemi della nostra Associazione e delle Truppe Alpine, seguendo l’impulso e la via segnata trent’anni fa dal suo fondatore.
Nel frattempo la redazione era stata affidata al Generale Lionello Ferluga che apportò cambiamenti, migliorie e passando da 4 ad 8 pagine. All’inizio del 1998, trasformò il notiziario in giornale regolarmente iscritto al Tribunale di Trieste, con un Direttore Responsabile, il giornalista alpino Giovanni Longhi, che purtroppo, per esigenze di lavoro, non ebbe mai la possibilità di occuparsene direttamente.
Con articoli vari di storia, di opinione, di Alpini e recensioni di libri collaborava Dario Burresi cui, alla scomparsa di Lionello il 24 luglio 1999 fu affidata dapprima la redazione e poi la direzione del giornale.
L’anno successivo “L’ALPIN DE TRIESTE” si ampliò di contenuti passando da 8 a 12 pagine, per poi arrivare alle attuali 16 pagine (a volte 20) dal 2001. Per un certo periodo Remo Pistori, attivissimo Amico degli Alpini, collaborò con bellissimi articoli, recensioni e poesie, ed il pittore Ottavio Bomben fornì sue artistiche e preziose illustrazioni ad arricchire le pagine del nostro giornale.
La nostra piccola Sezione comunque ancora non poteva permettersi lo sforzo economico di un giornale lussuoso, a colori, stampato su carta speciale. Non c’erano i soldi. Pazienza! Rinunciando alla collaborazione della ditta esterna, il giornale gli Alpini se lo stampavano da soli, dedicando a questo improbo lavoro le serate, i sabati, le domeniche, ogni momento che gli impegni di lavoro lasciavano libero. Alle difficoltà economiche si sopperiva con la buona volontà ed una sana “autarchia”. Alla forma tipografica si preferivano i contenuti, ed il giornale usciva puntualmente per essere inviato ai soci ed alle altre Sezioni in Italia ed all’estero.
Un notevole miglioramento si ha verso il finire del 2004, quando Francesco Agostini viene condividere con il Burresi il compito della redazione portando, grazie alla sua giovane età, un notevole soffio di freschezza e novità nei contenuti e nella forma tipografica. Ma ormai la tiratura del giornale non permette più la gestione artigianale, e la stampa viene ora affidata ad una tipografia esterna. Purtroppo siamo costretti – per motivi economici – a continuare a stampare in bianco e nero, salvo in particolari occasioni, come l’Adunata del 2004, l’anniversario del ritorno dell’Italia a Trieste, il trentennale dalla fondazione del giornale, eccetera, in cui “L’ALPIN DE TRIESTE” esce eccezionalmente a colori.
Dal marzo del 2008 "L'ALPIN DE TRIESTE" è consultabile a colori in Internet.